Una sonata con la quale tutti i compositori e appassionati hanno dovuto fare i conti, un’opera che divide nettamente la storia della musica in un prima e un dopo, un capolavoro che appassiona ascoltatori, musicisti e musicologi ancora oggi come il giorno in cui è stata ultimata.
Il senso profondo di addio e di slancio verso un orizzonte ignoto pervade questa musica, esempio emblematico del genio dell’ultimo Beethoven.
Le parole di Thomas Mann nel Doktor Faustus rendono in maniera chiara l'importanza di quest'opera e l'impatto che ha lasciato nella cultura musicale fino ai nostri giorni:
“Volto verso di noi, rimase seduto sullo sgabello girevole, nello stesso nostro atteggiamento, chino in avanti, le mani fra le ginocchia, e conchiuse con poche parole la conferenza sul quesito: perché Beethoven non abbia aggiunto un terzo tempo all’op. 111. Dopo avere udito, disse, tutta la sonata potevamo rispondere da soli a questa domanda. — Un terzo tempo? Una nuova ripresa… dopo questo addio? Un ritorno… dopo questo commiato? — Impossibile. Tutto era fatto: nel secondo tempo, in questo tempo enorme la sonata aveva raggiunto la fine, la fine senza ritorno. E se diceva “la sonata” non alludeva soltanto a questa, alla sonata in do minore, ma intendeva la sonata in genere come forma artistica tradizionale: qui terminava la sonata, qui essa aveva compiuto la sua missione, toccato la meta oltre la quale non era possibile andare, qui annullava se stessa e prendeva commiato — quel cenno d’addio nel motivo re-sol sol, confortato melodicamente dal do diesis, era un addio anche in questo senso, un addio grande come l’intera composizione, il commiato dalla Sonata.”.
ETERNAMENTE TUO – TEATRO OFF
1 dicembre 2018 - ore 21
Ben Cruchley pianoforte
Ludwig van Beethoven, Sonata per pianoforte n.32 op. 111